La raccomandazione - Un lettore indignato

Lessi il suo mensile per la curiosità che mi suscitò il suo titolo, "i cento passi", in quanto appassionato di cinema più che di politica. Da quel giorno ho continuato a leggerlo con piacere e curiosità intellettuale. Nell'uscita del 15 marzo un articolo da lei scritto non mi ha suscitato interesse bensì indignazione, mi riferisco all'assegnazione "casuale" dei posti come scrutatori, ho fatto un giro dei seggi, e ho intravisto le solite facce, gli amici degli amici, figli di autorevoli professionisti, addirittura la moglie di un assessore. Io ho votato all'Istituto Agrario, e come diceva Indro Montanelli. “Quando si è indecisi" bisogna tapparsi il naso e scegliere il male minore. A quanto pare anche questa volta non vincerà il più forte, ma perderà il più debole. Politica dal greco significa " scienza dello stato, capacità di gestire e governare le sorti di una nazione" è spaventevole pensare che possa vincere una persona che ha confuso la politica con l'imprenditoria, che non fa mai un riferimento storico, e crede di convincere gli italiani con le sue barzellette da demenza senile. Ma io non voglio invischiarmi nella politica nazionale, voglio parlare di quello che succede nella mia Eboli, la città delle rotatorie, delle fontanelle e delle madonnine ingannevoli. Si parla della riqualificazione della fascia costiera, del centro storico, ma uno dei più antichi e radicati malcostumi italiani: la raccomandazione, regna incontrastata in questo paese di ipocriti e voltagabbana. Per un centinaio di euro scarsi si sono prostituiti, si sono presi la briga di ritornare dalle università in cui alimentano il loro presunto "sapere", sono nauseato da tutto ciò, e la mia indignazione figlia di un bisogno di equità, nasce dalla consapevolezza che c'erano centinaia di ragazzi che avevano fatto regolare domanda, che sono stati esclusi a priori, per non aver in famiglia una persona influente, semmai ragazzi a cui potevano veramente far comodo quei pochi soldi. Io non sono un politico, nè un avvocato con doti oratorie, di conseguenza nel maneggiare la sintassi e nello scegliere i vocaboli ho potuto offendere la nostra madre lingua, ma io non offendo la dignità delle persone e dei miei concittadini. Ad Eboli nella città delle pari opportunità tutto cambia affinchè rimanga tutto uguale.
Il buon Totò aveva proprio ragione, " La legge per gli altri si applica, per gli amici si interpreta”.

Nessun commento: