Socialisti al potere...e all'opposizione


Il potere logora chi non ce l'ha? Non sempre è vero. Prendete i socialisti ebolitani. Sono passati tutti nel partito democratico. I socialisti di Conte. I delfini di Cuomo. I terzisti di Lioi e Guercio. Per 18 anni hanno predicato la riunificazione del Psi (morto con Bettino Craxi). Si sono ritrovati nella stessa barca, tutti insieme, differenti e distanti, con la nascita del Pd. E la legge dei grandi numeri ha prodotto la prima vittima. Il difensore civico. O meglio, il candidato Massimo Del Mese. Uomo dell'Udeur, socialista in seconda battuta, su Del Mese, i socialisti hanno scatenato un dibattito in consiglio, noioso e nauseante. Si doveva evitare, dice l'opposizione, difendendo il Del Mese lancinato dalla guerra intestina ai socialisti. Divisi da Tangentopoli, ricompattati dal Pd, di nuovo spaccati sul primo argomento, quello del difensore civico.
La prima "razza" socialista è quella contiana. Erano all'opposizione. E facevano politica, con la pi maiuscola. Analisi puntuali, proposte semplici, idee condivisibili. Folgorati dal nulla amministrativo, sono tornati in maggioranza. Senza ragione. E qui lo scenario e gli animi sono cambiati. Se piove una critica sul sindaco, i contiani bofonchiano. Se un cantiere si ferma, la colpa è della classe operaia, sfaticata e indolente. La batosta alle elezioni del 13 aprile, diventa una vittoria condivisa (Berlusconi nasce socialista, servitore tuttofare di Craxi). Se le ecoballe invadono Coda di Volpe, le responsabilità vanno condivise con il centrodestra (perchè?). Alle inaugurazioni sorridono felici, dimenticando che quei progetti sono delibere di altrui giunte. Manifesti non ne scrivono più. Proposte, non ne avanzano più. Fatta eccezione per il vecchio porto turistico (ultimo pallino socialista per cui combattono i contiani). Parlano di sviluppo di Eboli, osannando il Melchionda da loro bastonato, negli ultimi 16 mesi. Amano parlare nei corridoi, ma in consiglio sono praticamente muti. Per la legge del capogruppo, i socialisti hanno ceduto lo scettro (e la parola) a Mauro Vastola (ex socialista, anche se lo nega sempre). Cosa è rimasto dei socialisti? Un appiattimento totale.
C'è poi la seconda razza di socialisti. Quelli dello Sdi. Gli ex amici di Conte, fuggiti da Santa Cecilia quando son piovute le grane giudiziarie. Pochi iscritti, poco effervescenti. Fanno numero, ospitando chiunque. Reclamano la patente di veri socialisti italiani. Chi li guidi, non s'è mai capito. E per chiarirlo, non fanno niente. Non hanno un leader, ma tanti soldati. Gregari eterni di un padrone altro, non avranno mai la maglia rosa. A loro va bene così, minimalisti al traguardo.
La terza razza di socialisti è composta dalla corrente di Antonio Cuomo. Li chiamano i mappamondisti. Hanno girato l'intero mondo politico, per trovare una sistemazione "definitiva". Loro non parlano di politica. Loro vogliono le poltrone della politica. Prima il posto, poi si discute. Prima firmi la cambiale, poi diventiamo amici. Entrati in maggioranza, hanno monopolizzato le cariche più importanti: sicurezza, segretario comunale, settore tecnico comunale, difensore civico (non ancora) e comando dei vigili urbani (c'erano quasi riusciti). Ogni questione, diventa una sfida con i contiani. Il neodeputato ha un pallino, superare il maestro Conte.
I socialisti sono tornati. Governano la città. Con le tre sfaccettature. Una volta conquistato il potere, tra prosopopea e flash fotografici, il contatto con la gente hanno perso. La contestazione a Coda di Volpe? "E' di una sparuta minoranza" dicono. Contestare chi contesta non è mai un felice esercizio. Farlo senza idee, denota un impoverimento culturale. Mai furono il partito del no, anche quando erano all'opposizione. Ma una volta al potere, il loro mutismo e le difese d'ufficio del sindaco, puzzano di servilismo ideologico che a loro non si addice. Arrivederci socialisti, all'opposizione era tutta un'altra musica.

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