Non è stato certo un percorso facile quello della mia esperienza parlamentare vissuto in questa legislatura ,
Un’esperienza dura soprattutto per chi , come me, ha dovuto conciliare la propria tendenza alla riservatezza e la gestione di un ruolo pubblico. E’ stato come sempre : mio malgrado al centro della scena , con l’ansia , questa volta, che l’occhio di bue mettesse in luce le mie paure.
Ma la “rappresentazione” è stato il problema più grande: scenografia bellissima ,ma una regia approssimativa,che tradiva il testo e che ha fatto emergere le incoerenze di molti dei suoi interpreti. Uso un linguaggio teatrale per definire ciò che ho vissuto in quell’Aula ,dove,spesso la politica ha assunto le forme moderne di un volgare avanspettacolo. Resta forte , però , il mio convincimento della legittimità istituzionale di quel luogo a svolgere la propria attività legislativa, come prevista dalla nostra Costituzione, la cui storia consegna ancora dignità e credibilità al nostro Paese.
Tornando a me, diverse e numerose le volte in cui mi sono chiesta cosa ci facessi lì con la mia storia, le mie modalità il mio percorso politico di militante, con il mio linguaggio che non volevo si omologasse a forme che non mi rappresentavano e che ritenevo inefficaci ed inadeguate a un corpo sociale che voleva sentir parlare di se stesso in modo più aderente ai suoi moduli espressivi. Da qui la scelta di riportare nei miei interventi ciò che registravo incontrandomi con le persone,facendole parlare,quando possibile, attraverso di me ,come nel caso dell’indulto,dove,usando la prima persona, ho riportato le testimonianze dei detenuti incontrati nelle carceri; le preoccupazioni degli LSU dei Consorzi ,delle Comunità Montane e del Parco del Cilento - Valle Di Diano , in occasione dei tagli agli enti non territoriali previsti nel DPEF ; o come nel caso del provvedimento sulla sicurezza stradale,dove ho concluso la mia relazione con le considerazioni espresse da uno studente in un tema in classe sulle stragi del sabato sera.
E’ stata una esperienza che mi ha dato l’opportunità di crescere nella mia formazione politica attraverso la relazione costante con l’istituzione parlamentare , le sue problematiche ed il confronto con le compagne ed i compagni che non conoscevo e che non mi conoscevano nella maggior parte, ma con i quali oggi condivido un grande affetto e stima reciproci.
Più complesso il mio ruolo istituzionale sul territorio. E’ sempre molto difficile far capire che essere parlamentare non significa avere la “bacchetta magica” per la risoluzioni di problemi che dovrebbero vedere la politica impegnata nella sua forma più alta e trasparente e non costipata in “cupole di potere” ,alimentate da quel clientelismo che cronicizza i problemi collettivi per la sola risoluzione dei problemi di singoli.
Ho vissuto anche una grande solitudine politica ed istituzionale : eppure non mi sono mai negata a nessuno che mi proponesse incontri o manifestazioni .
E’ mancato un forte coordinamento con le altre dirigenze del partito e con gli altri compagni sul territorio che, spero ,abbiano solo sottovalutato la grande opportunità che una rappresentanza territoriale offriva per consolidare la nostra politica ed aumentare ,con la nostra sensibilità , il consenso : allontano da me l’idea che ciò possa essere stato voluto immolando la politica al personalismo.
Nonostante ciò , la gente mi è stata molto vicina e ho raccolto dappertutto testimonianze di simpatia e stima ,che hanno contribuito ad accrescere la mia credibilità .
E poi le donne!
Da noi la politica di genere denuncia ancora delle forti contraddizioni , soprattutto rispetto alla rappresentanza e che vengono dall’interno del mondo femminile stesso.
Un momento importante, però, è stato quello della costituzione del Coordinamento delle parlamentari, che ha consegnato un luogo non formale in cui confrontarsi e fare sintesi sulle tematiche più sensibili, mettendo a valore il nostro punto di vista DIFFERENTE.
Ma la nostra “differenza” va riconosciuta anche nei modelli con cui abbiamo agito il ruolo di parlamentari che da un lato sono stati il nostro punto di forza,ma dall’altro anche un punto di grande debolezza e vulnerabilità,perché i modelli di riferimento riconosciuti e legittimati sono ancora e solo quelli maschili. Sono ,comunque,un po’ stanca di sistemi ed apparati –politiche e partiti- ripiegati su se stessi a difendere lobby maschili e che non hanno ancora modificato il proprio genotipo da fare ,della differenza di genere,un valore aggiunto che migliora le pratiche e le dialettiche politico-istituzionali. Ancora,noi donne costrette a rivendicare il diritto alla partecipazione ed alla rappresentanza ,proponendo quote o criteri di alternanza-nella nostra regione completamente disattesi- nei processi costitutivi delle liste elettorali a garantire un riequilibrio di genere, a destra –che nel nostro caso ci ha scavalcato- come a sinistra :considero tutto questo una delle tante vergogne della politica italiana.
Da quanto risulta , per la prima volta al Senato ,tra gli scranni c’è stata una casalinga , facendo storcere il naso a qualcuno , ma smentendo chi pensava e pensa che “una donna di casa” abbia una formazione,una appartenenza ed una partecipazione sociale inadeguate alla vita politica ed al lavoro parlamentare.
Nel mio primo intervento in Aula esordii invitando tutti a ricordare che ancor prima di essere parlamentari si è Cittadini della Repubblica italiana :è un principio in cui credo molto Infine un augurio alla Politica:che sappia ridarsi credibilità,dignità e stile per un futuro migliore .
Una casalinga in Parlamento - L’ex Senatrice di Rifondazione si racconta
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