Dal 1993 ad Eboli non c’è pace nel centro sinistra. Parafrasando Marx: “Un fantasma si aggira per Eboli” (si parva licet…). Si tratta di un fantasma ‘politico’, che cerca di tormentare, in modo anche abbastanza maldestro, chi oggi è impegnato a rimediare, tra le altre cose, ad anni di gestione autocratica della nostra città e del nostro territorio.
Questo “nostro” fantasma dopo aver costruito le proprie fortune politiche sulla demagogia ha la spudoratezza di passare pure come bacchettatore degli altri. Certo, quando la solitudine avvolge e travolge e quando si è praticamente ignorati da tutti non ci sono altri modi, per far sentire la propria presenza, che parlare e sparlare senza cognizione di causa; in parole povere, parlare a vanvera manipolando la verità e stravolgendo i fatti. Ad onor del vero e di cronaca, va ricordato che i socialisti non sono al governo di questa città dal settembre 1992.
A quella data i Socialisti, impegnati in amministrazione con l’ex PCI, hanno lasciato il Comune di Eboli con un patrimonio immobiliare di oltre 40 milioni di Euro di opere pubbliche. Solo per fare qualche esempio, ma l’elenco è lungo: va ricordato la costruzione dei 250 alloggi della 219/81; il Palasele e lo Stadio Dirceu ultimati al 95%; la realizzazione di alcune scuole elementari e medie; l’istituzione di due asili nidi, la costruzione di ben quattro caserme (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Finanza, Polizia Stradale); la realizzazione all’80% dell’asse viario di Serracapilli, la costruzione di gran parte dell’attuale rete fognaria ed idrica, la pubblica illuminazione del centro cittadino e delle zone periferiche, oltre ad aver assicurato ad Eboli la più alta percentuale, in Italia, di case di edilizia pubblica abitativa e favorito l’edilizia agevolata.
Per non parlare degli ingenti finanziamenti di cui ha goduto Eboli con la legge 219/81, il cui relatore era l’on. Carmelo Conte.
Grazie a quella legge è stato ricostruito il centro storico e tutti i poderi dell’Ente di Riforma nella nostra piana.
Sul piano urbanistico i socialisti hanno concorso ad approvare il PRG di Fuccella negli anni ‘70 e ad attuarlo negli anni successivi, consentendo la crescita ordinata del centro di Eboli e delle zone periferiche ed impedendo ogni scempio urbanistico.
Come socialisti, negli ‘80-‘90 avevamo anche proposto il “Progetto Eboli” che prevedeva, oltre le cose innanzi citate che sono state realizzate, anche lo sviluppo della fascia costiera con la costruzione di un porto turistico, l’Interporto, la previsione di PIP turistici, artigianali e commerciali, su quelle aree che già avevano insediamenti preesistenti, sorti in modo spontaneo o in contrasto con il P.R.G., al fine di disciplinare quanto già realizzato e prevederne lo sviluppo (si pensi alla stessa Fascia Costiera, i nuclei lungo la SS. 18 ed S.P. 30, la località Tavernanova - Ponte Barizzo e l’attuale area PIP) la realizzazione di un campo da Golf sulle colline di Eboli nei terreni di proprietà Comunale; l’allargamento ed illuminazione della S.P. 30 (cosiddetta Eboli-mare) per collegare il centro della Città con il suo bellissimo litorale.
Fu un progetto avversato a tutti i livelli e da tutte le componenti politiche di opposizione dell’epoca e anche da chi condivideva la responsabilità di governo del Comune e che esprimeva quasi sempre il Sindaco o la maggioranza in Giunta.
Un progetto sicuramente troppo ambizioso per l’epoca (migliaia di passi in avanti sulla via dello sviluppo) perciò avversato e ostacolato, ma costantemente ritrovato nei programmi degli altri candidati a sindaco della città, anche se sotto mentite spoglie.
Dal 1993 ad Eboli non è dato sapere quale progetto strategico sia stato previsto ed attuato per la città, nonostante le risorse finanziarie ricevute in dote, ben 13 miliardi delle vecchie lire.
Il piano PUAD è naufragato sotto i colpi della magistratura penale, il P.R.G. è inattuabile, non lo diciamo noi, ma lo affermano valenti professionisti in materia. Piazza della Repubblica sfregiata nel disegno tanto da renderla invisa agli stessi Ebolitani; il PIP ingessato nella società consortile, pensando che in Eboli vi fossero 70 piani industriali degni di questo nome; la multiservizi priva, sin dalla nascita, di ogni capacità di investimento sia in risorse materiali sia professionali ma ricca, fortunatamente, di personale capace e volenteroso non sempre al meglio utilizzato.
Vogliamo parlare delle tante attività produttive ebolitane ormai scomparse durante l’amministrazione precedente per mancanza di sostegni e di incentivi? Del Polo Pediatrico perso in favore di Acerra? Vogliamo parlare del degrado dei quartieri che ha raggiunto livelli da dopoguerra? Vogliamo parlare del tanto strombazzato risanamento del patrimonio abitativo comunale da attuarsi solo tramite lo sfratto degli occupanti non in regola? Per gli abbattimenti sulla fascia costiera è giusto precisare che all’epoca si sono venute a creare una serie di condizioni favorevoli a cui non si poteva non dare seguito; mentre non si è poi posto in essere alcun progetto di riqualificazione della zona e di interventi per favorire lo sviluppo turistico, come è avvenuto nelle zone pinetate di altri comuni. Vogliamo parlare degli alloggi di Edilizia Pubblica Residenziale del Centro Storico ricostruiti con i fondi della legge 41/81, senza curarne l’esproprio e l’accatastamento, creando problemi di definizione degli atti di acquisto da parte degli acquirenti e tutto a discapito del comune? Vogliamo parlare delle feste estive costate ai contribuenti fior di quattrini e che si sono risolte in vere e proprie bufale (alla ricerca di una cultura alternativa…) a cui hanno partecipato i soliti pochi, se non pochissimi, intimi? Ci sarebbe tanto da dire ancora sul CDR a Battipaglia e sulle conseguenze negative determinate dal ciclo dei rifiuti; conseguenze che ancora paghiamo; ci sarebbe tanto da dire sulla cittadinanza alla Baraldini (le cui illustri imprese negli Stati Uniti sono note a tutti), ma fermiamoci qui per carità di patria.
Sarebbe opportuno ricordare a questo qualcuno che tanto si dimena che il suo è il classico caso in cui il buon senso impone di tacere, se si vuole evitare di mettere in mostra le proprie lacune sparlando degli altri.
Tornando alla questione dei parcheggi, chissà che intende quando scrive nel suo articolo che si proponeva, “in anni ormai antichi” (sic), di fare di piazza Borgo “una sorta di Campo dei fiori ebolitana?”.
Non penso che sia più possibile fare politica evocando solo immagini affascinanti, anche se poetiche! Se avesse voluto veramente realizzare un posto simile ne avrebbe avuto il tempo e le condizioni economiche; invece, per fare un esempio, ha voluto semplicemente ristrutturare (e non ricostruire) le palazzine “Fort Apache”di piazza Borgo, riportando la situazione abitativa e sociale agli anni cinquanta; eppure, come egli stesso ammette, i fondi regionali per l’eliminazione di baracche gli avrebbero permesso la costruzione di 72 e non 11 nuovi alloggi da destinare agli aventi diritto.
Alla luce, infine, delle recenti vicende elettorali emerge, inoltre, che il nostro fantasma politico ha avuto centinaia di occasioni negli anni della sua amministrazione per ricostruire una forte unità a sinistra. Ha rifiutato e ha ignorato tutti gli inviti, soprattutto dei socialisti, per una riconciliazione delle forze di sinistra. Tale atteggiamento fa pensare che, secondo lui, solo una anacronistica contrapposizione delle forze di sinistra avrebbe potuto assicurargli la sopravvivenza politica. Di segno opposto è stata l’azione del Sindaco Melchionda (che dopo qualche incertezza iniziale) ha cercato e realizzato, con il contributo determinante dei socialisti, la ricomposizione del centro sinistra ebolitano.
Il nostro personaggio, invece, mostrando di non prendere atto della realtà, tira diritto per la sua strada, tenacemente attestato su posizioni ormai radicate e continua a sparare nel mucchio, anche se il suo attuale ruolo dovrebbe spingerlo ad intraprendere strade politiche diverse, soprattutto in un periodo, come l’attuale, in cui le barriere e gli steccati ideologici devono essere superati per la sopravvivenza stessa dell’intera sinistra.
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