La mia banda suona il rock - Alibìa, Yres e gli altri.


Eboli è rock, direbbe Celentano. Ed in effetti, volendo prenderlo alla lettera, non avrebbe poi tutti i torti. Da sempre il territorio ebolitano è fucina di giovani talenti musicali, alcuni dei quali superano i confini locali e approdano a scenari importanti. Ai vertici, per notorietà, sono due band: Alibia e Yres.
Gli Alibia li conosciamo bene. Li abbiamo visti in televisione, al tg2 e a Blob. Li ascoltiamo dalle maggiori radio nazionali, tra cui Radio Deejay, ed i videoclip dei loro singoli sono trasmessi dalle maggiori tv musicali: Mtv, All Music, Match Music, ecc. Il loro secondo album “Tra tutto e niente” è stato accolto positivamente dalla critica. Tanti i consensi e numerosi i riconoscimenti ricevuti. Numerose anche le date del tour, che li vede esibirsi nelle maggiori manifestazioni di tutta Italia. Innovativa la loro musica e l'osmosi tra testo e suoni. Due voci, una maschile ed una femminile, si intrecciano e si fondono in ogni canzone, rendendo lo stile della band unico ed inimitabile.
Altra band: gli Yres. Anche loro ebolitani. La loro incoronazione avviene nel 2005, quando vincono il premio di miglior band a Sanremo Rock. Ma anche la loro carriera è più che decennale. Il primo demo prodotto risale al 1997. Solo pochi mesi fa spopolava il loro ultimo singolo “48”. Ha fatto molto discutere la canzone esclusa dalle selezioni per Sanremo, che di colpo è diventata l'inno ufficiale dei padri separati. Il tema è molto delicato: quarantotto sta per il numero di ore che un padre separato può stare con il proprio figlio a causa de “l'inutile formula che mi rende padre solo nel week end”. Anche per loro si contano numerose presenze in tv, in radio, sulla stampa ed i videoclip dei loro singoli sono in rotazione sulle maggiori tv musicali.
Alibia ed Yres sono le due punte di diamante – così possiamo definirle – del panorama musicale locale. Ma sul territorio c'è un grande movimento di idee e progetti molto stimolanti che riguardano giovani e giovanissimi. A partire dalle scuole, e dai licei. E' lì che nascono, da sempre, i gruppi musicali. Anche i più famosi, quelli a cui di solito ci si ispira: vedi U2, Radiohead, Coldplay. E nei licei ebolitani le band di giovani studenti non mancano affatto. Se ne contano poco meno di una decina, da una indagine superficiale, solo tra i due maggiori licei: scientifico e classico. Il panorama musicale è vasto: si va dalle tribute band, a gruppi grunge, fino a cantautori in erba. La cultura musicale è molto sviluppata, ed il dibattito fra i giovani musicisti è più che mai aperto. I ragazzi delle diverse band si conoscono fra loro, ascoltano la musica degli amici, esprimono opinioni, a volte fondono i gruppi per una serata di puro divertimento. Alle proprie spalle hanno pomeriggi interi di prove nei garage di casa o nella sala prove comunale. Spesso la musica è per loro una valvola di sfogo a dispetto delle convenzioni sociali, e sempre essa rappresenta un motivo di crescita umana e culturale. I gruppi sono formati da quattro elementi: voce, chitarra elettrica, basso e batteria. Ogni gruppo si da un nome particolare, con un determinato significato che connota il progetto della band. Fra le cover più frequenti ci sono pezzi di rock alternativo italiano, da Afterhours a Marlene Kuntz passando per i Verdena, ma anche tanto pop anni ottanta, fino ai classici del rock internazionale. La presenza di una marcata fascia giovanile dedita al mondo della musica è certamente motivo d'orgoglio per la città, che vede i suoi giovani avvicinarsi alla musica, all'arte rompendo i rigidi schemi per cui si vuole che a diciotto anni si parli solo di calcio e discoteche. Le numerose giovani band ebolitane dimostrano che lo stereotipo del ragazzo senza interessi né ideali è un errore di generalizzazione. Non importa che le major discografiche di fatto siano cieche dinnanzi a tali fenomeni e puntano tutto su progetti sterili costruiti in studio. Quel tipo di musica è molto lenta. Le band ebolitane sono rock!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più che un commento, un ringraziamento: siamo gli Yres, e ci preme ringraziare e la redazione, e l'ottimo Giuseppe Avigliano, per la lucidità e la chiarezza con cui si evidenzia la florida ed effervescente scena musicale ebolitana, che un pò tutti cercano di ignorare, ma che resiste, cresce, e matura sempre più.
E' dagli anni sessanta che la nostra Città risponde presente, per quanto concerne la musica cosiddetta "non colta", e nel corso degli anni nomi del calibro di Eburum, il tropico del cancro, piuttosto che gli I.R.A., giusto per citarne alcuni, hanno dato lustro ad Eboli, alla sua Storia, alla sua capacità di fare e di essere Cultura; noi siamo onorati di esser considerati "punte di diamante", assieme agli amici Alibìa, e ciò ci responsabilizza ancor di più.
Proprio in virtù di ciò invitiamo tutti, lettori ed Istituzioni, a guardare, e ad ascoltare, nelle cantine, nelle classi di scuola, nelle sale prova, verificando davvero quante valide band ci sono; capita che, con grande sforzo, di tanto in tanto si organizzino manifestazioni, per valorizzare i giovani talenti, di cui spesso noi stessi siamo promotori: fidatevi, fermatevi ad ascoltare, non lasciate che la musica scorra via senza prestarle attenzione...Poi, darete ragione a noi, ed a "I Cento Passi", per la dritta:)

Con riconoscenza, gli Yres