Per fronteggiarla fu istituito il Commissariato, che doveva togliere la gestione dei rifiuti alla camorra (che sulla “monnezza” ha costruito una fortuna economica), realizzare gli impianti ed i siti per il ciclo completo dei rifiuti, riconsegnare agli organi istituzionali un settore rientrato nella normalità.
Mai fallimento potrebbe essere più evidente: la camorra gestisce tutto il ciclo dei rifiuti.
Solo di trasporto si spende un capitale.
Dopo 14 anni ci sono sette impianti di CDR, di cui uno sequestrato da oltre un anno, che producono balle non a norma; un bruciatore non a norma che per completarlo occorrono altri 100 milioni di euro e un anno e mezzo di lavoro; non c’è un impianto di compostaggio dell’umido, non è stato realizzato in impianto per lavorare il percolato; c’è una sola discarica in funzione: Serre!
Ci sono decine di protocolli d’intesa firmati fra la struttura commissariale ed i comuni, mai rispettati; c’è un vero e proprio clima di guerra sui territori individuati per la collocazione di un sito di qualunque genere.
Ed in questo quadro si inserisce la cultura fascistoide del nuovo governo: io decido e tu ti stai. Se osi protestare ti arresto perché l’area delle discariche diventa zona militare e, quindi, inviolabile.
Antico concetto di democrazia che ritenevamo dismesso nel 1945.
Evidente non conoscenza del territorio, per cui non c’è stata una sola scelta territoriale “azzeccata”, anche perché viziate dal grande difetto di comunicazione col territorio che ha caratterizzato il Commissariato.
Da questo disastro non è stata risparmiata neanche
A partire da Campagna, dove a Basso dell’Olmo si volle ubicare una discarica di FOS e Sovvalli.
Il Sindaco Luongo proponeva altra parte del territorio per ospitare il sito. Non ci fu nulla da fare. L’allora Commissario Catenacci preferì lo scontro con la popolazione, il blocco dell’autostrada, addirittura un ragazzo morì in quei giorni di protesta.
Niente! Così era stato deciso.
Poi arriva Bertolaso! Ci furono sei mesi di lotta di una popolazione che diceva no a “Valle della Masseria” e offriva “Macchia Soprana”, sempre a Serre. Sei mesi persi per dimostrare chi comandava.
E’ legittimo chiedersi se il delirio di onnipotenza del commissario non sia stato alla base delle emergenze dell’ultimo anno?
Come la pensi il Governo Berlusconi è fin troppo evidente: Bertolaso viene ricollocato alla guida della “emergenza”e ripropone Serre e Valle della Masseria.
Lo Stato avrebbe dovuto edificare un monumento ai cittadini di Serre, unici in regione che avevano ragionato evitando l’apocalisse in Regione Campania: offendo un pezzo del proprio territorio per ospitare una discarica.
C’era un protocollo d’intesa che disciplinava il rapporto fra lo Stato ed il comune di Serre, partendo dal principio che Serre non avrebbe ospitato altri siti legati all’emergenza rifiuti.
Carta straccia! Nel decreto si rilegge il nome di Serre!
Che credibilità può essere riconosciuta ad uno Stato che non rispetta gli impegni coi cittadini? Che pretende di ragionare con la “pistola alla tempia” degli abitanti: o mi concedete l’ampliamento di Macchia Soprana o vado a Valle della Masseria.
Possiamo chiedere a questo “mostro sacro” che torna al commissariato: ma in questo anno in cui è stato portato a Serre di tutto, quale altro sito è stato aperto? Siamo o no di fronte al fallimento di quella struttura?
Togliete quel Valle della Masseria dal decreto, indicate l’altro sito in provincia di Salerno, chiedete scusa ai cittadini di Serre, ringraziateli e poi chiedete di ragionare con quella comunità.
Le mani del commissariato sono calate anche su Eboli, per la individuazione di un sito di stoccaggio di eco balle.
Qui il disastro è stato assecondato da una incredibile incapacità dell’amministrazione di compiere delle scelte.
Il sito individuato in località “Coda di Volpe”, nel pieno della zona agricola della Piana.
Il commissariato poteva essere fronteggiato con una proposta alternativa da parte dell’amministrazione.
Ci sono almeno due occasioni.
La prima conseguente alla tregua sancita in commissione regionale ambiente, ove si concorda che in caso di presentazione di una proposta alternativa valida, da parte del Comune di Eboli, Coda di Volpe sarebbe stata abbandonata (verbale della commissione regionale del 3.3.20008).
La seconda occasione c’è stata quando Coda di Volpe è stata sequestrata dalla magistratura.
Il Comune non coglie nessuna delle occasioni; si rende ridicolo proponendo il territorio di Battipaglia, per poi effettuare una precipitosa ritirata a fronte delle giuste recriminazioni del Vice Sindaco di Battipaglia.
Alla fine, a fronte della “non scelta” del Comune di Eboli, ha deciso il commissariato ed è stato “Coda di Volpe”.
E questa disponibilità del commissariato cui non ha fatto riscontro alcuna capacità di scelta da parte del Comune, è stata confermata al comitato dei cittadini dallo stesso uomo del commissario cui hanno esposto le loro richieste per una gestione trasparente del sito.
Non è così che si governa una città.
L’amministrazione è fatta di scelte, anche se impopolari, legate al disegno che si ha di un territorio.
Se al disegno della città si preferisce la convenienza degli equilibri politici, di una maggioranza inesistente e dilaniata, si consente ad altri di decidere.
E’ quello che è avvenuto a Coda di Volpe: non scegliendo si è deciso, di fatto , che i rifiuti andassero nel cuore della Piana del Sele.
Coda di Volpe, Serre - Il dramma dei rifiuti nella Piana del Sele
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