Rispettare la sovranità popolare nel referendum vicentino

Si avvicina la data del referendum popolare vicentino contro la base militare americana.
Referendum osteggiato già da Prodi, che non prese in nessuna considerazione la richiesta popolare, e ora da Berlusconi, che la considera gravemente inopportuna perché i referendum non potrebbero concernere le due materie di politica estera e difesa. Ma Berlusconi si vanta anche di un’amicizia con Bush, cioè con un personaggio che il mondo intero ha condannato come reo di crimini contro l’umanità, le guerre che ha scatenato, il trattamento ingiusto dei prigionieri.

Ma qui anzitutto intervengono altre ragioni:
1. Una ragione di sicurezza del proprio territorio, che la presenza di una base militare americana mette in gioco, specie in questi tempi di terrorismo.
2. Una ragione di coerenza con la Costituzione che rifiuta la guerra; e rifiuta quindi anche la cooperazione con coloro che scatenano guerre, la cessione del territorio a mezzi che portano guerra. Il che avviene a Vicenza.

V’è inoltre alla base di tutto il principio di sovranità popolare, che i politici volentieri disattendono, mentre invece devono esserne i portatori e gli esecutori.
Ogni decisione concernente un territorio non può essere presa se non in accordo con la gente che lo occupa. E l’accordo dev’esserci prima, non dopo. Si è visto l’errore di Scanzano, che ha provocato una rivolta; e quello della TAV in Valdisusa. E anche nella complessa questione dei rifiuti in Campania il colloquio e l’accordo non deve mai mancare, avendo tuttavia eliminato le interferenze mafiose.
Lecce, il 29 settembre 2008

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