L’ebolitano medio (quello che “non capisce di lirica” per cui viene orbato di “Vissi d’arte” a vantaggio di qualche neo – melodico di ultimo grido, fra gli applausi di qualche “ pseudo – presidente” di qualche “pseudo – associazione” “ pseudo culturale”) ancora una volta aveva frainteso.
Aveva pensato che, alla buon ora, lo “sceriffo tricolore” in salsa nostrana ed i “suoi” collaboratori avessero deciso di caricarsi la ramazza in spalla ed andare a pulire la città dalle migliaia di sacchetti di “monnezza" abbandonati sulla strada per Olevano, sulla statale per Battipaglia, a via Serracapilli ecc. un servizio fotografico di un caro amico fotografo, anticipato sulla stampa, renderà noto di un dato evidente a tutti: “la città è sporca”!
Ma, poi, leggendo bene gli articoli gli ebolitani hanno ricevuto una grande delusione: il repulisti politico, riguardava fisicamente mezza giunta comunale.
Come sempre, grazie ai nostri infiltrati, siamo in condizione di ricostruire nei dettagli quella drammatica giornata a vantaggio dei nostri lettori.
Lo “sceriffo col tricolore” in salsa nostrana, aveva passato l’ennesima notte insonne sul tetto della casa Comunale. Aveva cercato, inutilmente, di trovare qualche iniziativa che gli consentisse di guadagnare la prima pagina dei giornali. Ma come lo “sceriffo di Salerno” si candida alla presidenza della regione, tutti ne parlano, e lui? Aveva pensato di far ergere una gogna in piazza della Repubblica ove esporre quella prostituta sbattuta in carcere a Roma a terra, svenuta, semi nuda e coperta di polvere. Ma lo “sceriffo” parmense era stato lapidario: “mi serve ancora per fare compagnia al ragazzo ghanese che abbiamo picchiato a sangue e messo in galera. Cavolo, mica sono un negriero! Anche ai condannati nelle carceri di massima sicurezza, nel periodo medioevale, si dava la possibilità di intrattenersi con qualche prostituta”.
Aveva pensato di far scavare una fossa sul viale Amendola per la lapidazione di quella coppietta ebolitana beccata a scambiarsi effusioni in auto al PalaSele. Ma quelli della ditta (tutti uomini di Rosania?) hanno ribattuto che non avevano gli uomini, tant’è che aveva pensato a prendere un paio di operai per 3 ore. (3 ore, 3 mesi, è lo stesso).
Poi non se ne è fatto più niente e quei due operai si sono “incazzati”. Ingrati! Invece di ringraziare perché si è “pensato” a loro. Come si dice quando si porta un regalo a una festa? Bastava il pensiero.
Alle 8.00 apre l’edicola di fronte e dal tetto lo “sceriffo col tricolore” legge la locandina: “Rosania si candida a Sindaco per il 2010”.
“MANNAGGIA TUTTI LI PESCETTI” fu l’urlo spaventoso che si levò (con apposita ordinanza è stata vietata in tutta la città l’espressione “mannaggia la miseria” da quando Anselmo Botte ha intitolato così il suo libro, meraviglioso, su San Nicola Varco!).
Le cronache parlano di vetri in frantumi, di allarmi scattati, di vecchietti tramortiti dal suono orribile.
Lo “sceriffo in tricolore” mette mano alla sua “biro” blu calibro “44 magnum” ed all’istante mette giù un documento che tutti gli ebolitani, compresi i nascituri da qui al 2010, avrebbero dovuto firmare: la sua ricandidatura alle prossime elezioni.
Ma che sia più semplice attraversare l’intero oceano Pacifico, con una canoa bucata a remi e col mare forza 9, piuttosto che ottenere l’unanimità di consensi all’interno del PD, è cosa nota a tutti (anche a Veltroni).
Capita, quindi, che qualche personaggio di novella elezione, approdato al PD dopo “procellosa” attraversata dell’intero arco costituzionale, leggendo il documento abbia detto, facendo il gesto dell’ombrello, in ebolitano corrente “ tiè!”! e io che ‘nce guaragno?”
È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lo “sceriffo in tricolore”, incazzato nero, per distendere i nervi, ha afferrato la ramazza e si è messo a pulire nel corridoio dinanzi al suo ufficio, lì dove stazionavano tre suoi collaboratori che, per ristorarsi dalle fatiche della carica assessorile, stavano facendo una partita a “Shangai”.
La ramazza non ha fatto distinzioni fra bastoncini e collaboratori: ramazzati! Chiusi nel sacchetto (quello grigio del secco indifferenziato) e messi fuori dal portone in attesa del ritiro!
Al diffondersi della notizia scene di panico hanno attraversato la città.
Al quartiere Pescara sono state viste donne in gramaglia nera che si graffiavano il volto e piangevano a dirotto chiedendosi: “chi veglierà sulla nostra sicurezza?” (Avete visto che l’assessore alla sicurezza c’era? Non era un’invenzione di Cecco. Certo forse neanche lui conosceva le sue mansioni tanto che, sembra, quando una cittadina gli chiese se la sua competenza alla sicurezza coprisse anche il centro antico, rispose: “un attimo che chiedo!”) chi perlustrerà l’intera città con la macchina col lampeggiante e fidanzata al fianco? Terrore anche nella confraternita del mattone. Il grande interrogativo esposto in uno striscione che attraversa l’intera Piazza della Repubblica parlava chiaro “chi ci darà ora la nostra variante quotidiana al PRG?”.
Le scene più strazianti sembra essersi verificate sulla strada per Olevano dove intere colonie di ratti, proliferati nelle migliaia di sacchetti di “monnezza” abbandonati e terrorizzati che adesso qualcuno, finalmente, avrebbe disposto per la rimozione. Sembra che in coro abbiano intonato una vecchia canzone di Claudio Baglioni “ Assessore non andare via…”.
In un primo momento s’era sparsa la voce che anche “l’assessore col fantasma” fosse stato “ramazzato”. Quando il pettegolezzo è rientrato le conseguenze sono state drammatiche: stando alle statistiche la curva dei suicidi in Campania negli ultimi 50 anni ha toccato, all’apprendimento della smentita, il suo picco più alto.
Ora l’intero paese è in trepidante attesa della nomina dei sostituti. La veglia con le candele accese si susseguono sotto il “palazzo del potere”.
I “Cento passi” assume un impegno per l’edizione del dicembre 2009, quando si pensa che potrebbe aversi un accenno di ipotesi dell’idea di un ipotetico nome di sostituto, ne daremo immediata comunicazione ai nostri lettori.
Povera Eboli! Peggio di così…
S’io fossi foco arderei ‘l mondo
Nessun commento:
Posta un commento