mensile: Follie verbali e...razzismo politico

L'amministrazione Melchionda comunica agli utenti: “abbiamo chiuso l'iter per la zona industriale. Ora devono darsi da fare i privati”. Domanda: ma i lotti non utilizzati perchè non sono stati revocati? E la voragine degli imprenditori ex Ds? Sui lotti passati di mano in mano, si è fatta piena luce? Aspettiamo. Con parve speranze. Eboli aveva un grande ospedale. Tra proclami vanesi e parole al vento, i politici di Eboli hanno scritto cartoline sui giornali, quelli di Battipaglia hanno realizzato i fatti. Avevamo un gingillo sanitario. Battipaglia ci inseguiva. Equilibri capovolti. Sarà Eboli, adesso, la succursale ospedaliera. Arrestato dopo 3 mesi di scorribande, il sospettato numero 1 delle 25 risse estive. La domanda sorge spontanea. Vacanze troppo lunghe, alla Procura della Repubblica di Salerno? Settembre razzista a Eboli. Se assumo te, devo prendere 10 Maiale e 10 Marotta. E’ la risposta che si è sentita dire Daniele Bonelli, dal timonier comunale. Razzismo strisciante? No, razzismo pragmatico. Corsetto fa perdere i voti al centrodestra, sbattendo fuori dal comune uno "zingaro" che vota Berlusconi e che chiedeva a Corsetto più incisività all'opposizione dormiente. Ingiuria razziale, zingaro di merda non si dice. Ma c'è di più. L'estrema Destra, orfana della Santanchè, chiede l'esercito a Eboli. Il giorno prima c'èra stata una rapina a un distributore di benzina. Domanda: nell'Agro Nocerino ci mandiamo i Marines? Follie verbali. Centrosinistra al governo e Pdl che non fa opposizione, hanno una soluzione geniale: murare San Nicola Varco. Costo dell'operazione? Efficacia dell'operazione? Parole al vento nella fumosa politica ebolitana. Noi stiamo con Petrillo: "datevi una mossa, politici ebolitani, la città sta morendo". Sommersa di incompetenza, clientele e verbosità razziale.

il passo del bradipo

Ci sono momenti complessi, difficili ed inaspettati, nella vita. Come pochi giorni fa. Ero in sdraio, in riva al mare, sotto l’ombrellone, e mio figlio mi fa: “papà ti sembra giusto che noi possiamo stare qui tranquilli a prendere il sole e questo ragazzo deve sgobbare per tutta la spiaggia per guadagnare qualche euro al giorno!?”. Al nostro ombrellone si era avvicinato un ragazzino senegalese: snello, alto, con dei grandi, teneri occhi. Timidamente, biascicando qualche parola di italiano, tentava di venderci qualche borsa falsa di Prada. Mio figlio e il ragazzino senegalese sembravano due gemelli: stessa età, stessa altezza, stesso fisico. Una sola differenza: uno bianco, uno nero.
Una differenza di colore…nient’altro. Una differenza di molecole peraltro nella parte più esterna di un corpo: un involucro, un pacco di un altro colore! Nient’altro. Ma una differenza abissale, infinita, stravolgente, sconvolgente di esistenze, di destini… A volte penso di dimettermi come “uomo”, di spogliarmi, liberarmi definitivamente di questo universale ed immeritato appellativo ! Vorrei perdermi, annullarmi, scomparire. Vorrei diventare sabbia piatta o pianta di cactus in un deserto. E stare fermo lì, senza acqua e senza anima. Vorrei semmai entrare in coma esistenziale, esistere senza essere… perché, credetemi, non riesco a capire, a sopportare le ingiustizie di questo mondo. Questo ragazzino nato per caso nel sud di un mondo-merda aveva dovuto lasciare la sua terra, i suoi affetti, la sua cultura. Aveva dovuto abbandonare la possibilità di un’istruzione, di una vita normale, e venire qui da noi, sotto il nostro ombrellone per…per sopravvivere!? Io penso che noi siamo i nuovi schiavisti, i nuovi colonizzatori, i nuovi razzisti: i più crudeli, i più criminali!? Non abbiamo avuto nemmeno bisogno di “andare alla guerra”: abbiamo conquistato questa gente con la fame! Comodamente in sdraio, in poltrona, aspettiamo che i nostri schiavi “vengano a noi”. E quale significato possono avere mai le nostre ipocrite ideologie? E le nostre religioni? E Cristo e Maometto e Budda, non sono forse i protagonisti di tante favole che, al crepuscolo della nostra “civiltà”, fanno dolcemente addormentare le nostre coscienze!? Il ragazzino senegalese ha sorriso a mio figlio, forse per un attimo ha immaginato pure di rimanere con lui. Semmai per giocare semplicemente a pallone. Ma poi si è allontanato, senza illusioni, con le borse di un certo “Prada”. In quel momento, con un grande dolore, ho perso un figlio. Solo per pochi attimi sono stato il genitore che avrei voluto essere, il padre di due figli meravigliosi, assolutamente uguali: uno bianco, uno nero.

enzofaenza@libero.it

Intitolata a Eboli una strada a Peppino Impastato

Con Delibera n. 259 del 3 luglio 2008 la Giunta Comunale di Eboli ha intitolato una strada A Giuseppe Impastato, attivista della lotta contro la mafia. La proposta era stata avanzata dal Consigliere Comunale Carmine Caprarella a seguito dell’appello lanciato dal fratello di Peppino, Giovanni Impastato, nel trentennale del suo assassinio verificato per ordine della mafia il 9 maggio 1978, nella manifestazione nazionale della lotta contro le mafie tenutasi a Cinisi (PA) nel maggio scorso, con cui si invitavano le amministrazioni comunali ad intitolare una strada a Giuseppe Impastato come simbolo della lotta alle mafie.

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