La sanità nella Piana del Sele - Gli ospedali riuniti di Eboli e Battipaglia


Ci risiamo! Con una periodicità quasi scientifica ritorna l’allarme sanità nella Piana del Sele! Si chiudono gli ospedali di Eboli e Battipaglia. Si smantellano reparti. Sei anni fa la stampa nazionale (L’Espresso) elencò gli ospedali campani a rischio chiusura e fra questi, ovviamente, Eboli.
Cresce l’allarme sociale. Puntuali arrivano le proteste. Le dichiarazioni di guerra si sprecano. Si minacciano proteste clamorose da parte dei rappresentanti locali. Dall’altra parte i tecnici, i direttori generali ed amministrativi, come calcolatori impazziti snocciolano numeri e cifre per dimostrare che la situazione non è più sostenibile. Come se la sanità, ed io aggiungo la “Pubblica istruzione”, fosse materia da affrontare con l’occhio del ragioniere.
Che un problema di sovrapposizione dei presidi ospedalieri esista, è incontrovertibile. Che però il dato, in provincia di Salerno esista solo per Eboli e Battipaglia è francamente inaccettabile.
Per anni in regione Campania, e la provincia di Salerno non ha fatto eccezione, la politica sanitaria è stata intesa come apertura di nuovi ospedali sotto casa di qualche “ potente” di turno. Fare l’elenco sarebbe cosa non difficile.
Ridurre la questione degli “ospedali doppioni” alle sovrapposizioni di Eboli e Battipaglia non sola è fuorviante ma, ritengo, pericoloso in quanto stiamo parlando di presidi produttivi, con grande potenzialità di sviluppo e con un bacino di utenti di centinaia di migliaia di persone. Altrove neanche positività è riscontrabile.
Ma la cosa peggiore, però, rimane il tentativo di risolvere il tutto con un problema di numeri e di cifre.
Io ritengo che il problema più che di carattere finanziario attiene alla razionalità ed alla qualità della risposta sanitaria.
Prima questione: possibile che tutta la risposta sanitaria debba essere incentrata sul presidio ospedaliero? Per cui anche lo “starnuto” deve comportare il ricovero. E la scelta di far decollare i distretti, la rete capillare di presidi del Servizio Sanitario che facessero da filtro al presidio ospedaliero?
Seconda questione: possibile che alcune prestazioni sanitarie, o determinate indagini strumentali passino solo ed esclusivamente attraverso il privato convenzionato? Qual è la percentuale del bilancio dell’Asl Sa2 che copre le convenzioni e quale il pubblico? E quella politica del “riequilibrio” affermata con forza nel PIANO OSPEDALIERO REGIONALE che fine ha fatto? Detto questo, che in provincia di Salerno il problema ospedaliero della duplicazione, della irrazionalità, della risposta sanitaria sia più evidente è probabilmente vero. Tant’è che in occasione della discussione in consiglio regionale del paino ospedaliero, fu sulla “ questione Salerno” che si inceppò la discussione.
Eboli e Battipaglia ( e vogliamo ragionare anche di altre presidi?) sono in condizione di dare una risposta che vada nella direzione della razionalizzazione: l’ospedale unico della piana del Sele. Collocato in modo baricentrico tra le due città con un’uscita autostradale. Una struttura nuova, realizzata con criteri moderni, che unisca, valorizzi ed esalti le esperienze e le professionalità esistenti nei due presidi esistenti. Senza penalizzazioni. Una struttura che abbia i requisiti per ragionare come azienda ospedaliera autonoma, capace di rispondere alle emergenze in un’area enorme ma anche dare risposte di eccellenza. C’è volontà di discutere di questa cosa da parte dell’assessore regionale? Delle amministrazioni locali? Della direzione dell’ASL Sa2? Se questa volontà c’è le risposte devono essere conseguenti:
1) l’assessore metta in campo finanziamenti, autorizzazione e volontà politica;
2) i comuni mettano in campo le procedure urbanistiche ed amministrative per consentire l’opera.
3) Il direttore generale lasci perdere chiusure di reparti, svilimenti o umiliazioni di questo o di quel presidio ospedaliero. Allora niente chiusura del pronto soccorso di Eboli o Ginecologia a Battipaglia. Servirebbe solo ad esasperare gli animi.

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