Umberto Nobile o Flavio Gioia? - Un nome per l’aeroporto di Salerno

L’apertura dell’aeroporto Salerno-Pontecagnano è imminente (almeno così si dice), ma la disputa sul nome da dare alla struttura è ancora aperta. Il primo volo di prova è di qualche giorno fa e ha portato nella nostra provincia, su un piccolo aereo da turismo, alcuni esperti del settore del turismo; ospiti stranieri che sono stati subito dirottati verso nord, a Salerno e sulla costiera amalfitana, dimenticandosi, colpevolmente, quella altrettanto bella e suggestiva del Cilento.
Quanto al nome sono stati proposti: “aeroporto dei Picentini”, “aeroporto Costa d’Amalfi” e, più recentemente, su iniziativa di un’associazione ebolitana, Voci di donne, “aeroporto Umberto Nobile”, probabilmente il più appropriato, visto che Nobile, campano, è stato uno dei pionieri dell’aeronautica.
Poi, dal nulla, qualche mese fa sui giornali locali è apparsa la notizia che il Consorzio che gestisce la struttura aveva votato una delibera nella quale si dava all’aeroporto il nome di Flavio Gioia.
Non ho esitato a fare subito una ricerca per capire chi fosse questo personaggio e ho scoperto che … Flavio Gioia è un personaggio di fantasia, un uomo che non è mai esistito, un personaggio immaginario al quale la tradizione ha attribuito l'invenzione della bussola.
L'Enciclopedia Treccani offre una dettagliata descrizione in merito, partendo dall'errore commesso da G.G. Giraldi che, nella sua opera De re nautica (1540), attribuì l'invenzione della bussola “a tale Flavio di Amalfi”. Indicato dagli scrittori posteriori come Flavio di Amalfi o Flavio Campano, diventò finalmente Flavio di Gioia a opera dello storico Mazzella nella Descrizione del Regno di Napoli. Evidentemente il Mazzella voleva indicare correggendo, quello che a suo parere era il vero luogo natìo del presunto Flavio, e non il suo cognome. In seguito la particella “di” scomparve e rimase quindi definitivamente il nome Flavio Gioia. In sostanza tutta la vicenda parte dalla deformazione del nome di Flavio Biondo che nel 1453 (circa) diede notizia nella sua Italia Illustrata che la bussola era stata perfezionata dagli amalfitani.
Flavio Gioia fu solo un personaggio leggendario che riuniva in sé le capacità nautiche e imprenditoriali della gloriosa Repubblica marinara di Amalfi, bruscamente decaduta dopo il rovinoso maremoto del 1343 che ne distrusse completamente il porto mai più ricostruito.
Allora chi inventò veramente la bussola magnetica, lo strumento che consentì di solcare i mari in qualunque stagione e con qualunque tempo, superando l'aleatorietà dei venti, del cielo stellato e del volo degli uccelli?
L'invenzione ha in realtà molte date di nascita e molti padri distribuiti un po' in tutto il mondo. Pare che i cinesi usassero oggetti di magnetite fin dal primo secolo dopo Cristo non per navigare, ma per trarne oroscopi e orientare gli edifici secondo le regole del feng shui. La bussola vera e propria debuttò comunque nel Mediterraneo alla fine del Duecento, probabilmente sulle navi della Repubblica veneziana, anche se sembra che a farla conoscere agli armatori veneziani non sia stato Marco Polo, ma i mercanti arabi. Al fantomatico Flavio Gioia andrebbe dunque solo il merito di aver reso questo strumento più pratico ed efficace.
Nel frattempo restiamo in attesa dell’inaugurazione dell’aeroporto salernitano sperando che questi signori si ravvedano per evitare, un giorno, di aggiungere “scuorno” per i tempi biblici occorsi per l’apertura a “scuorno”, per un nome di una persona che non esiste.

1 commento:

Antonio GrAnt Granato ha detto...

...avrebbero potuto riferirsi anche al Cilento ma forse le distanze...

SALERNO - Costa d'Amalfi

...si parte!!!