Parte ufficialmente la bella stagione. Armati di pinne, fucile ed occhiali, i primi turisti che vogliono trascorrere le agognate vacanze nella “riviera ebolitana” son rimasti abbagliati da attrazioni paradisiache. Il luccichio del mare cristallino è il primo pugno allo stomaco. Le nostre acque saranno un giorno (chissà quando) rese balneabili dal depuratore di Coda di Volpe, ormai invaso da 20 mila ecoballe, molte percolanti e sventrate. Secondo impatto. Le isole di spazzatura, altro che ecologiche, ammassate ai margini della strada. Lungo la fantomatica litoranea, strada di commercio estero e sesso a pagamento. A luccicare, infatti, non è solo l’acqua del mare (per 600 metri c’è il divieto di balneazione, i turisti sono stati informati con i cartelli obbligatori?) ma anche il variegato stuolo di prostitute che, in pieno giorno, tra i vari spartifuoco della pineta, si offrono ai clienti. E gli annunciati controlli? La lotta alla prostituzione? Gli ispettori ambientali comunali che dovrebbero affiancare i vigili urbani? Il distaccamento dei caschi bianchi in litoranea? Le “dure sanzioni amministrative per coloro che smaltissero i rifiuti in modo non autorizzato”? Quella del 5 maggio è stata per Eboli una data storica. Finalmente è partita la raccolta differenziata. Il 5 giugno è arrivata la grande bufala sulla differenziata: “Siamo alla soglia del 66% di rifiuti differenziati in un mese” ci fanno sapere dal comune, in tono fiero…ma alla Marina di Eboli appare evidente la vittoria di Pirro. Proprio in occasione del solstizio d’estate, tra la litoranea di Eboli e la provincia di Napoli non c’è differenza a occhio nudo. Un ammasso di rifiuti ovunque, dove il lancio della busta “rifiutata” è diventato lo sport preferito degli incivili residenti. Uno spettacolo indecente. Sulla provinciale 175 (litoranea) da foce Sele alla zona Lago, ogni 200 metri, ma anche meno, si avvistano cumuli di spazzatura. Per non parlare della pista ciclabile, adatta ai carrarmati dell’esercito persanese, e l’area degli abbattimenti, abbandonato di giorno, parco dell’amore di notte. Se la Marina piange, il centro della città ha punti davvero critici. Il lancio del rifiuto dal finestrino dell’auto è in voga lungo la statale 19, che collega Eboli e Battipaglia. Ai piedi della salita di San Cataldo. Sabato 21 giugno, vergogna tra le vergogne, è stata incendiata la spazzatura di fronte la caserma dei carabinieri, in via Serracapilli. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, per domare le fiamme. Da Palazzo di Città arriva notizia che partiranno i controlli dei vigili in quad (quadriciclo) sulle spiagge ebolitane e tra gli spartifuoco della strada litoranea. Controlli che si intensificheranno nei mesi di luglio e agosto. Aspettando i bagnini sulle spiagge libere, per evitare altre tragedie, siamo in attesa di capire se, oltre alla Tarsu aumentata del 15%, non solo i commercianti ma anche i cittadini, dovranno pagare i sacchetti della differenziata. In uno scenario angolese (con tutto il rispetto per l’Angola), diventa assai difficile intonare il motivetto più inflazionato: “Per quest’anno, non cambiare (possibilmente)… stessa spiaggia, stesso mare (purtroppo)!”.
Il lancio della busta - Lo sport più praticato in città
Un’estate al mare… in un mare di rifiuti. Sabato 21 giugno 2008, ore 10.30. Provinciale 175, litoranea per tutti. Siamo alla Marina di Eboli. Chi viene da Battipaglia e si dirige verso Agropoli può “ammirare” alla propria sinistra distese di rifiuti indifferenziati: televisori, materassi, tavoli, indumenti, stracci, bombolette spray, cartoni, cassette di legno, rifiuti organici, plastica e chissà cos’altro. Siamo i migliori in Italia, ha detto qualcuno a Eboli, dopo un mese di differenziata. E poi dice che la Lega vuole l’indipendenza dal sud. In questo caso, a ragion veduta.
Parte ufficialmente la bella stagione. Armati di pinne, fucile ed occhiali, i primi turisti che vogliono trascorrere le agognate vacanze nella “riviera ebolitana” son rimasti abbagliati da attrazioni paradisiache. Il luccichio del mare cristallino è il primo pugno allo stomaco. Le nostre acque saranno un giorno (chissà quando) rese balneabili dal depuratore di Coda di Volpe, ormai invaso da 20 mila ecoballe, molte percolanti e sventrate. Secondo impatto. Le isole di spazzatura, altro che ecologiche, ammassate ai margini della strada. Lungo la fantomatica litoranea, strada di commercio estero e sesso a pagamento. A luccicare, infatti, non è solo l’acqua del mare (per 600 metri c’è il divieto di balneazione, i turisti sono stati informati con i cartelli obbligatori?) ma anche il variegato stuolo di prostitute che, in pieno giorno, tra i vari spartifuoco della pineta, si offrono ai clienti. E gli annunciati controlli? La lotta alla prostituzione? Gli ispettori ambientali comunali che dovrebbero affiancare i vigili urbani? Il distaccamento dei caschi bianchi in litoranea? Le “dure sanzioni amministrative per coloro che smaltissero i rifiuti in modo non autorizzato”? Quella del 5 maggio è stata per Eboli una data storica. Finalmente è partita la raccolta differenziata. Il 5 giugno è arrivata la grande bufala sulla differenziata: “Siamo alla soglia del 66% di rifiuti differenziati in un mese” ci fanno sapere dal comune, in tono fiero…ma alla Marina di Eboli appare evidente la vittoria di Pirro. Proprio in occasione del solstizio d’estate, tra la litoranea di Eboli e la provincia di Napoli non c’è differenza a occhio nudo. Un ammasso di rifiuti ovunque, dove il lancio della busta “rifiutata” è diventato lo sport preferito degli incivili residenti. Uno spettacolo indecente. Sulla provinciale 175 (litoranea) da foce Sele alla zona Lago, ogni 200 metri, ma anche meno, si avvistano cumuli di spazzatura. Per non parlare della pista ciclabile, adatta ai carrarmati dell’esercito persanese, e l’area degli abbattimenti, abbandonato di giorno, parco dell’amore di notte. Se la Marina piange, il centro della città ha punti davvero critici. Il lancio del rifiuto dal finestrino dell’auto è in voga lungo la statale 19, che collega Eboli e Battipaglia. Ai piedi della salita di San Cataldo. Sabato 21 giugno, vergogna tra le vergogne, è stata incendiata la spazzatura di fronte la caserma dei carabinieri, in via Serracapilli. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, per domare le fiamme. Da Palazzo di Città arriva notizia che partiranno i controlli dei vigili in quad (quadriciclo) sulle spiagge ebolitane e tra gli spartifuoco della strada litoranea. Controlli che si intensificheranno nei mesi di luglio e agosto. Aspettando i bagnini sulle spiagge libere, per evitare altre tragedie, siamo in attesa di capire se, oltre alla Tarsu aumentata del 15%, non solo i commercianti ma anche i cittadini, dovranno pagare i sacchetti della differenziata. In uno scenario angolese (con tutto il rispetto per l’Angola), diventa assai difficile intonare il motivetto più inflazionato: “Per quest’anno, non cambiare (possibilmente)… stessa spiaggia, stesso mare (purtroppo)!”.
Parte ufficialmente la bella stagione. Armati di pinne, fucile ed occhiali, i primi turisti che vogliono trascorrere le agognate vacanze nella “riviera ebolitana” son rimasti abbagliati da attrazioni paradisiache. Il luccichio del mare cristallino è il primo pugno allo stomaco. Le nostre acque saranno un giorno (chissà quando) rese balneabili dal depuratore di Coda di Volpe, ormai invaso da 20 mila ecoballe, molte percolanti e sventrate. Secondo impatto. Le isole di spazzatura, altro che ecologiche, ammassate ai margini della strada. Lungo la fantomatica litoranea, strada di commercio estero e sesso a pagamento. A luccicare, infatti, non è solo l’acqua del mare (per 600 metri c’è il divieto di balneazione, i turisti sono stati informati con i cartelli obbligatori?) ma anche il variegato stuolo di prostitute che, in pieno giorno, tra i vari spartifuoco della pineta, si offrono ai clienti. E gli annunciati controlli? La lotta alla prostituzione? Gli ispettori ambientali comunali che dovrebbero affiancare i vigili urbani? Il distaccamento dei caschi bianchi in litoranea? Le “dure sanzioni amministrative per coloro che smaltissero i rifiuti in modo non autorizzato”? Quella del 5 maggio è stata per Eboli una data storica. Finalmente è partita la raccolta differenziata. Il 5 giugno è arrivata la grande bufala sulla differenziata: “Siamo alla soglia del 66% di rifiuti differenziati in un mese” ci fanno sapere dal comune, in tono fiero…ma alla Marina di Eboli appare evidente la vittoria di Pirro. Proprio in occasione del solstizio d’estate, tra la litoranea di Eboli e la provincia di Napoli non c’è differenza a occhio nudo. Un ammasso di rifiuti ovunque, dove il lancio della busta “rifiutata” è diventato lo sport preferito degli incivili residenti. Uno spettacolo indecente. Sulla provinciale 175 (litoranea) da foce Sele alla zona Lago, ogni 200 metri, ma anche meno, si avvistano cumuli di spazzatura. Per non parlare della pista ciclabile, adatta ai carrarmati dell’esercito persanese, e l’area degli abbattimenti, abbandonato di giorno, parco dell’amore di notte. Se la Marina piange, il centro della città ha punti davvero critici. Il lancio del rifiuto dal finestrino dell’auto è in voga lungo la statale 19, che collega Eboli e Battipaglia. Ai piedi della salita di San Cataldo. Sabato 21 giugno, vergogna tra le vergogne, è stata incendiata la spazzatura di fronte la caserma dei carabinieri, in via Serracapilli. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, per domare le fiamme. Da Palazzo di Città arriva notizia che partiranno i controlli dei vigili in quad (quadriciclo) sulle spiagge ebolitane e tra gli spartifuoco della strada litoranea. Controlli che si intensificheranno nei mesi di luglio e agosto. Aspettando i bagnini sulle spiagge libere, per evitare altre tragedie, siamo in attesa di capire se, oltre alla Tarsu aumentata del 15%, non solo i commercianti ma anche i cittadini, dovranno pagare i sacchetti della differenziata. In uno scenario angolese (con tutto il rispetto per l’Angola), diventa assai difficile intonare il motivetto più inflazionato: “Per quest’anno, non cambiare (possibilmente)… stessa spiaggia, stesso mare (purtroppo)!”.
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