La sicurezza insicura
Il giorno dopo l’assalto al campo rom di Scampia ho telefonato a Zombretta per invitarla alla nostra assemblea, la voce rauca e flebile ha indicato un suo stato di salute non proprio buono. Le ho chiesto cosa avesse e lei mi ha detto che ha le mani bloccate ma che domani deve andare al lavoro ugualmente.Mi ha spiegato che la vita nel campo di Scampia è stata dura ma dal punto di vista della salute è stata disumana. Ora non vive più in quel campo perché da quanto morì suo marito fulminato da un cavo elettrico qualcuno si occupò di lei e ora ha una casa. Vive ai Camaldoli con due figlie e un figlio che sta allevando da sola e con grandi sacrifici sta assicurando loro un futuro, un poco poco, più dignitoso. Se avesse avuto un posto diverso dove vivere con la sua famiglia suo marito sarebbe ancora vivo. I campi dove vive tanta gente, dalle storie diverse, sono una vergogna italiana, non vi sono campi in tutta Europa, e se vogliamo parlare di sicurezza è la gente che abita in questi luoghi a vivere in una pericolosa insicurezza continua e generale. Dal pericolo di malattie al pericolo di un democratico sgombro a quello di un camorristico incendio.La repressione contro gli immigrati è continua in tutt'Italia. A Varcaturo, martedì, i Carabinieri hanno arrestato per l'ennesima volta un centinaio di immigrati, quasi tutti sprovvisti di permesso di soggiorno, il decreto di espulsione è stato notificato a tutti. Eppure sono tutti lavoratori e non delinquenti. La sicurezza dei cittadini italiani è il decreto di espulsione a tanti uomini e donne.Loveth sta girando mezza Italia per poter vedersi riconosciuto lo status di rifugiata politica e la sua storia è una piaga aperta: inganno, raggiro, sfruttamento, violenza fu l'accoglienza che ebbe in Italia quando vi arrivò 14 anni fa. Ma Loveth sa bene che la sua sicurezza non è tanto un necessario foglio di carta ma la sua stessa forza che le permette di lottare per una vita migliore.La sicurezza dal punto di vista delle donne è ricercare l'origine di ogni male che ci attanaglia, ci aliena, che opprime l'umanità, in special modo noi donne e in un anelito di libertà sdradicarli prima ancora dalle nostre coscienze.La sicurezza dal punto di vista delle donne è una scelta di parte: stare dalla parte delle donne e insieme riflettere come migliorare le relazioni e la vita, per sviluppare solidarietà, che si possa tradurre in sorellanza attiva cominciando ad infrangere le complicità con i poteri oppressivi (Stato, famiglia, religioni). E' una lotta di idee per poter riprendersi la vita, per proteggere la vita, sottrarsi al patriarcato che da sempre ha fatto solo male al nostro genere, tanto che lo ha diviso al suo interno. NON IN MIO NOME, quindi, da pensare ed affermare come azione sottrattiva. Mi risulta difficile, anzi non credo assolutamente che in una società come la nostra possa arrivare qualcosa di umano da chi ci opprime: non è pensabile, né possibile che gli stessi che continuamente producono guerre, leggi razziste, sfruttamento delle masse, ignoranza culturale, informazioni becere e faziose, ecc. si mettano poi a parlare di sicurezza per noi tutte e tutti.La sicurezza delle leggi degli Stati è violentemente escludente e divisoria per questo nemica dell'umanità, quella che possiamo affermare noi donne è la sicurezza che arriva dalla ricerca estenuante del bene comune per tutte e tutti, che non si muove con i tempi della politica, dei calcoli e dell'opportunismo ma con i tempi della rottura di tutti i ruoli preconfezionati dal patriarcato che non ci appartengono, affermare con concretezza e decisione il nostro protagonismo e la cura delle relazioni può significare intessere un tempo nuovo, diverso e benefico, una vita tutta da reinventare che riuscirà a trasformare la nostra società, migliorandola. E' un impegno da assumere e affermare positivamente e noi donne siamo capaci di operare in tal senso se lo scegliamo in comune e coscienzialmente per imparare a fronteggiare ogni momento di pericolosa insicurezza.
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