Una domenica tragica - Alì e Arduino morti per niente


Bastava chiedere scusa, abbiamo sbagliato. Il servizio doveva partire prima, sincere condoglianze. Vi possiamo portare qualcosa, potete alloggiare in quest'albergo. Questo dovrebbe fare un sindaco, di fronte alla tragedia del 15 giugno. Alla famiglia Candela, nessuno ha portato assistenza. Sarà che sono di Avellino, che non votano in zona. Erano in lutto per la perdita del figlio Arduino. I coniugi Candela. Quanto basta per smuovere l'intera macchina comunale. Sono rimasti in riva al mare, per quattro giorni. Su una spiaggia sporca, in un indecente biglietto da visita. Si fosse fatto vivo qualcuno? Tutti impegnati a festeggiare, l'ebete successo del concerto di San Vito. Quattro giorni in riva al mare. Nessun politico si è mosso.
Ci fosse stato un bagnino, un pattino, una tavola di legno, una fune chiodata. Arduino Candela sarebbe ancora vivo. Niente. Sulla spiaggia libera di Eboli si muore per niente. Il servizio bagnini è stato sospeso. Tre anni fa. I soldi sono finiti per uno studio che non salverà vite umane.
La famiglia di Arduino è stata a Eboli per quattro giorni. Ad aspettare che il mare gli restituisse il figlio. Non si è visto un vigile urbano, in zona, un assessore, un consigliere comunale a rappresentare il comune. Nessuno. Il sindaco ha preferito altro. Nella domenica più tragica per Eboli, in cui tutta l'Italia ci ha puntato i riflettori addosso. Il sindaco è rimasto rintanato, nella sua torre d'Avorio. A Eboli centro, a brindare al concerto di Riccardo Fogli. "Mamma mia, quanti ebolitani, saranno 100 mila, ne ho visti 200 mila. Abbiamo restituito la piazza agli ebolitani.Quattro giorni sotto il sole e il vento. Distrutti dalla perdita di un figlio. Uno strazio nel dramma, per la famiglia Candela. Una vergogna per tutti gli ebolitani, l'assenza dei "nostri" politici.Il sindaco e i suoi assessori. Così sgomitanti, alle processioni, al 2 giugno in piazza. Così pronti a spararsi le pose, a versare lacrime retoriche. Non è sceso nessuno, a mare. A stringere la mano alla famiglia Candela, a portare un pò di conforto. Ci son volute 48 ore, perchè dalla torre d'avorio uscisse una dichiarazione. "Siamo addolorati, le nostre condoglianze alla famiglia...". Dopo due giorni, il sindaco si è ricordato. Sono morti due ragazzi a mare, a proposito, facciamo un comunicato? Siamo addolorati, ma restiamo qui, in comune, con i condizionatori accesi, con lo spumante nei bicchieri. Imbarazzante sarebbe stato, una visita a Campolongo? E certo, signor sindaco. La spiaggia senza bagnini, l'arenile fetido e sporco, le prostitute sparse ovunque, villa Falcone chiusa e senza i vigili promessi. Con due morti che hanno chiesto aiuto. Alì e di Arduino. Nessuno ha avuto il coraggio di ricordarli. Due morti annegati sotto gli occhi dei bagnanti indignati. Due ragazzi affogati in un mare per nulla agitato, ma con una corrente caina. Perchè i soldi per salvare loro, altrove sono stati destinati. Un sindaco addolorato a Campolongo sarebbe sceso. Melchionda non si è visto. Un vigile urbano nemmeno. In compenso c'erano i carabinieri e la capitaneria di porto. C'erano i bagnanti degli altri comuni, a dare conforto ai Candela. Per una tragedia non ci sono scuse che reggano. Ma rintanarsi impacciato, nel comune degli eletti trasformisti, una scelta più triste, non poteva riuscire a Melchionda. Proviamo tristezza noi per lui, il sindaco che si aggrappa alle bugie "i bagnini li abbiamo sempre messi", una classe dirigente da faccia di schiaffi. Un assessore, un usciere, un messo comunale. Ci fosse stato qualcuno che si fosse sentito in dovere. Di chiedere scusa, di fare le condoglianze. Di dare una pacca sulle spalle, di fare silenziosa compagnia, a una famiglia straziata dal dolore, per un figlio perso tra le onde, per un bagnino che non c'era, per un ragazzo restituito, dopo quattro giorni di solitaria attesa.

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